L’educatore al nido tra saperi, competenze e professionalità.
di Valentina Macaddino
dottoressa in Scienze dell’educazione -
La figura dell’educatore, nel contesto dell’asilo nido, rappresenta un momento
fondamentale per il processo formativo del bambino durante la prima infanzia. È, infatti, all’interno
della relazione che si instaura tra l’educatore e il bambino che può nascere il germe della socialità
e della legalità, basata su un confronto arricchente e sempre unico che porta il piccolo ad una
maggiore sicurezza in se stesso e lo aiuta ad aprirsi alla relazione con gli altri; una relazione
basata sul rispetto dell’altro, sulla scoperta del diverso, rappresenta un presupposto indispensabile
affinché possa svilupparsi quell’atteggiamento di fiducia, di integrità che porta al consolidamento
della cultura della legalità. Il lavoro di cura e di sostegno di cui l’educatore è portavoce diviene così
il passo fondamentale affinché si sviluppi il desiderio al rispetto, al confronto arricchente,
presupposti essenziali per il cittadino del futuro. La prima infanzia, infatti, è il momento in cui più
attenzione deve essere dedicata a queste forme di socializzazione e di educazione affinché si
sviluppi al meglio la vera identità del bambino e si sviluppi, insieme, quella cultura della legalità che
si trova in nuce nel bambino e che contribuirà a formare l’uomo di domani. Dare dignità e valore
alla professionalità dell’educatore al nido è un modo per capire e valorizzare il momento delicato
ed essenziale della formazione, di cui l’educatore è responsabile, significa dare valore ad un ruolo
che, troppe volte, è stato preso in ben poca considerazione e che invece tanto può contribuire alla
formazione dell’uomo e del cittadino di domani.
Per molto tempo quella dell’educatore al nido è stata una figura legata a un’idea di “asilo
nido” caratterizzato da un taglio storicamente assistenziale, alieno da qualsiasi finalità educativa.
Soltanto da pochi decenni il nido è riuscito a conquistare progressivamente una sua “identità
pedagogica” che ha fatto emergere, con sempre più insistenza, l’importanza della professionalità
dell’educatore al nido, una professionalità che si presenta multi - sfaccettata e, allo stesso tempo,
caratterizzata dalla possibilità di porsi come sintesi tra diversi ambiti. Infatti, nella nostra società
dalle caratteristiche mutevoli, “la professione dell’educatore di asilo nido si può configurare come
un ruolo culturale ed educativo dinamico e complesso, che si propone come interlocutore
privilegiato della famiglia e di altre agenzie educative del territorio in cui opera e con esse cresce
contribuendo a costruire una cultura dell’infanzia in grado di contestualizzarsi e storicizzarsi”
1
.
Indubbiamente, la professionalità dell’educatore al nido va emergendo da una approfondita
riflessione sul mondo dell’infanzia e dei suoi bisogni di conoscenza, comunicazione, espressione; il
che è il primo passo per riuscire a gestire il processo educativo in termini pedagogico - didattici.
Allo stesso tempo, l’educatore deve maturare una buona capacità di mediazione tra la cultura e il
vissuto del bambino, deve possedere una buona capacità di mettersi in gioco e di ripensarsi
continuamente alla luce delle esperienze fatte e dei possibili errori commessi, deve essere capace
di collaborare con i colleghi, le famiglie e soprattutto con le risorse presenti nel territorio.
In particolare, Emma Rossi delinea alcuni punti che caratterizzano la professionalità
dell’educatore:
• l’attenzione all’inserimento graduale del bambino;
• la riflessione sulla delicatezza della condivisione delle cure fra famiglia e nido, nel
rispetto della centralità della famiglia e della storia personale di ogni bambino;
• l’osservazione del bambino, finalizzata ad accompagnarlo nel suo percorso di
crescita individuale, favorendo il consolidarsi della sua identità ed espressione del
sé, attraverso il gioco e altre attività educative;
• la tensione verso un’articolazione del proprio lavoro capace di tenere conto dei
bisogni del bambino, ma anche di sostenere i genitori, accettando le emozioni
spesso contraddittorie che accompagnano il primo processo di autonomia e
distacco fra bambini e genitori;
1
Cfr. B. Morsiani, B. Orsoni in P. Bertolini(a cura di), Nido e dintorni, La Nuova Italia, Firenze 1997.
Page 2
2
• la capacità a progettare l’ambiente e di proporre esperienze che assecondino lo
sviluppo sociale e cognitivo, secondo i ritmi di ogni bambino.
Quando tale ruolo è pazientemente e accuratamente costruito - anche attraverso una
formazione permanente a livello sia individuale che di gruppo - si perviene al consolidamento di
una professionalità specifica, attenta nel contempo al bambino e alla sua famiglia, consapevole
delle complesse dinamiche relazionali quotidianamente messe in atto fra sé e il bambino/bambini,
con le colleghe del collettivo e con le famiglie; professionalità, infine, che è capace di coniugare ciò
che è relazionale con ciò che è sociale e cognitivo
2
.
Si delinea, quindi, una professionalità capace di operare una sintesi tra i diversi ambiti: un
sapere, di cui l’educatore è portavoce, che non guarda solo a tecniche e metodologie - di cui,
comunque, deve essere attento conoscitore - ma che si esplica anche in un “saper essere”, in un
“saper interagire”, in un “saper fare”: torna utile ricordare che lo studio e l’approfondimento sono la
base indispensabile del lavoro educativo e che la conoscenza dei processi psicologici che
caratterizzano la vita del bambino o dei contenuti elaborati dalla scienza pedagogica sono il punto
di partenza per poter elaborare una qualsiasi riflessione sul mondo infantile.
Saper essere
…Non esiste educazione senza coinvolgimento emotivo…
3
L’intensità, e allo stesso tempo la problematicità e la responsabilità insite nel lavoro
educativo con i bambini implica una costante necessità di mettersi in gioco proprio perchè:
“La relazione con il bambino è una relazione molto delicata e coinvolgente, in quanto è,
sempre, prima di tutto, relazione tra due universi emozionali. Il bambino, infatti, è un sensibilissimo
radar delle nostre emozioni, dei nostri stati d’animo, molto abile a leggere con chiarezza dentro di
noi e a vederci per come realmente siamo. Questo perché egli è in grado di riconoscere in maniera
incontrovertibile ogni nostra reazione emotiva, a prescindere dal significato delle parole che
pronunciamo, leggendo il linguaggio del corpo, le variazioni di tonalità e d’intensità della voce”
4
.
È importante quindi che gli educatori riescano a ripensare il proprio universo personale, le
emozioni e i conflitti che possono sorgere dalla relazione con il bambino, per imparare a gestire
quelle stesse emozioni, senza la necessità di negarle o di rimuoverle ma, soprattutto, riuscendo a
non lasciarsene travolgere. Ciò rappresenta un momento imprescindibile, proprio perché
l’interpretazione, la lettura del comportamento e le emozioni dell’educatore determinano le sue
strategie, il suo intervento, il suo agire educativo e averne consapevolezza è fondamentale nella
pratica educativa. La rappresentazione e la concettualizzazione che l’adulto esprime di un
bambino determinano la sua disposizione affettiva, la condotta e il comportamento educativo.
Una riflessione critica sui propri vissuti, quindi, l’accettazione del disagio o della
conflittualità emotiva possono aiutare l’educatore a creare quel distacco - dalle situazioni e
relazioni emozionalmente troppo intense - che costituisce il punto di partenza per riuscire a
predisporsi ad un ascolto vero, empatico e quindi per realizzare un’autentica relazione educativa.
Saper interagire
“È la relazione a generare formazione e non il contrario”
5
La relazione può essere indicata come la sorgente, il momento originario di ogni evento che
può trasformarsi in condizione formativa e, in quanto tale, individuata come ambito privilegiato nel
2
E. Rossi, Un nido per volare, Magi, Roma 2002, p.50.
3
R. Bosi, Pedagogia al nido, Carocci, Roma 2002, p.47
4
Cfr. C. Pernicola Lavoro psicologico ed educativo con i bambini, in www.psiconline.it
5
D. Demetrio, in P. Bertolini(a cura di), Nido e dintorni, La Nuova Italia, Firenze 1997,p.249.
Page 3
3
quale si giocano i principi che fanno del nido un luogo di cura e di educazione qualificata, in cui i
saperi non sono trasmessi, piuttosto sollecitati ad affiorare in superficie, attraverso il contributo
attivo dei bambini, del potenziale cognitivo già presente in loro, e valorizzati per le specifiche
caratteristiche che li connotano e che rendono ciascun bambino una persona con un suo preciso
tratto identificativo.
Questa modalità di stare con i bambini, e non semplicemente accanto a loro, implica una
prospettiva differente da quella generalmente adottata nel sistema scolastico nel suo complesso,
poiché connota la relazione tra adulto e bambino/a, ma anche tra bambino/a, come relazione co-
evolutiva, cioè una relazione basata sulla reciprocità, dove entrambi i soggetti si mettono in gioco,
partendo dal presupposto che gli effetti di quella relazione agiranno, per entrambi, producendo
cambiamento e orizzonti di senso diversi e più completi
6
.
La relazione, dunque, come ambito di conoscenza che parte dal singolare, dal
riconoscimento di due individualità, per aprirsi progressivamente verso il plurale, l’altro o gli altri, il
contesto, lo spazio, gli oggetti, le cose, gli odori, i sapori, i suoni, le musiche: in altre parole, la
persona e le persone, il tempo che diventa … i tempi, lo spazio che si trasforma negli spazi, il
sapere che si declina sui saperi, la competenza che riverbera competenze plurime ed
interscambiabili
7
.
Impegnarsi in una fase/momento di interazione, significa fare riferimento ad una
competenza relazionale che si traduca nello “stare insieme”, nello “stare con”: ciò implica
l’acquisizione di una posizione di ascolto e di apprendimento, attraverso una competenza
comunicativa che è costituita dal sostegno dell’altro, dalla capacità di decentramento rispetto al
proprio vissuto esperenziale, alla propria ottica, al proprio pensiero; un decentramento dal sé che
si esprime operativamente e concretamente nella relazione con gli altri che vivono all’interno di un
particolare contesto.
Tale competenza è da giocarsi e da gestirsi, dunque, in relazione al bambino, cioè, sia in un
rapporto individualizzato sia in un contesto di gruppo; nel rapporto con i colleghi, improntandolo
alla progettualità della propria intenzionalità educativa e nel rapporto con i genitori.
Ascolto empatico, condivisione e disponibilità ad accogliere bisogni e richieste creano una
particolare dimensione relazionale, nella quale diviene possibile riflettere insieme ai genitori,
mettere in comune e a confronto, sostenere non punti di vista ma specifiche modalità genitoriali,
che sono competenze indissolubilmente legate al ruolo di educatore.
L’educatore, infatti, costruisce ed è garante di uno spazio dove sono privilegiati il pensiero,
la parola, la relazione.
Pensiero, inteso come spazio mentale, come disposizione verso … luoghi, oggetti, giochi, affetti.
Parola, non come offerta di spiegazioni e di risposte certe alle domande dei genitori, bensì nel
senso di dare parola ai significati agiti, agli eventi, alle situazioni, alle emozioni.
In questa visione, l’educatore dà parola alle ansie, alle paure, alle difficoltà dei bambini, dei
genitori, aiutandoli a vivere e a sperimentare il superamento di detti timori, mettendoli in grado di
leggere (nei comportamenti, nei gesti, nei messaggi, come anche nei silenzi) contenuti, emozioni e
bisogni
8
.
Saper fare
“ciò che è meraviglioso in un bambino è la sua promessa, non la sua esecuzione: la
promessa di mettere in atto, a certe condizioni, le proprie potenzialità.”
9
Il saper fare si concretizza nel lavoro quotidiano dell’educatore, come messa in campo di
conoscenze, metodologie e tecniche relative alle scienze dell’educazione, nonché nella riflessione
e costruzione di un progetto educativo per l’asilo nido.
In particolare, uno degli aspetti fondamentali della competenza del saper fare è quello della
didattica, intesa nel senso di “come” trasmettere il “sapere”, favorire gli apprendimenti, scoprire e
costruire gli strumenti utili al lavoro educativo.
6
Cfr. F. Emiliani(a cura di), I bambini nella vita quotidiana, Carocci, Roma 2002
7
Cfr. Ibidem.
8
R. Bosi, Pedagogia al nido, op. cit., pp.164-5.
9
Cfr. Montagu, in F. Frabboni(a cura di), Programmare al nido, La Nuova Italia, Firenze 1996
CRI&DEB
venerdì 14 marzo 2008
IL CORVO E LA VOLPE
Una bella mattina di primavera comare la volpe si aggirava per la campagna stanca e indispettita e soprattutto affamata: era tutta la notte che cercava qualcosa da mettere sotto denti.Cammina e cerca all’improvviso scorge sopra un ramo di un albero compare il Corvo che teneva nel becco un bel pezzo di formaggio stagionato.Alla volpe venne l’acquolina in bocca e decise che quella pietanza poteva essere un’ottima consolazione per le sue vane ricerche.Ma il corvo era appollaiato su un ramo troppo alto e con un salto non sarebbe mai arrivata a rubargli il formaggio , così decise di servirsi dell’astuzia.-Buon giorno compare il corvo!-Buon dì comare la Volpe, qual buon vento vi porta da queste parti.-Facevo una passeggiatina dopo aver fatto un ottima scorpacciata. E’ un piacere incontrare un uccello così bello .Il corvo che era molto vanitoso ,cominciò a dimenarsi dalla gioia, e la volpe continuò-Dico sul serio, con quelle penne così nere come il cielo senza stelle e soprattutto con quella voce, migliore di un usignolo!!!A quelle parole il corvo , colmo di gioia , spalancò il becco per lanciare un bell’acuto, anche se dalla sua gola uscì un orribile gracidio.Il formaggio invece cadde a terra e la volpe lo divorò in un sol boccone, dicendo:-Grazie messer corvo per il formaggio e per il bel concerto!E il corvo per la stupida vanità rimase a bocca asciutta.
LA VANITA’ ANCHE TRA GLI UOMINI MOLTE VOLTE MANDA IN ROVINA.
Fede B., Ste, Lorena
mercoledì 12 marzo 2008
progetto
a cura dell'asilo privato:" Solo per pochi ricchi" del Comune di Milano ( siamo in Via Monte Napoleone)
MUSICAL " I TRE PORCELLINI "
PictOld
DESTINATARI : GRUPPO DEI DIVEZZI ( 25-36 MESI )
(I bambini presenti nella sezione sono 15 e compione 3 anni entro Aprile '08)
Bisogni:
I bimbi prediligono la storia illustrata dei tre porcellini. E, spesso, giocano tra loro a prendersi, alternandosi i ruoli ( porcellini o lupo)
Decidiamo quindi di progettare un laboratorio teatrale in cui si metta in scena la favola. Sarà riveduta e corretta per permettere
ad ogni bimbo di farne parte. Con ruoli diversi ma di identica importanza. Obiettivo finale, metterla in scena a fine anno
in occasione della festa di commiato( l'anno prossimo andranno tutti alla scuola materna). Saranno presenti tutti i genitori ed
i parenti più significativi per il bambino.
Obiettivo generale:
sviluppo emotivo-affettivo
sviluppo socio cognitivo
sviluppo linguistico
Obiettivi specifici:
Memorizzare la canzone(sia per il coro sia per gli attori), sincronizzare i tempi delle azioni(durante la scena)
Imparare ad ascoltare ed aspettare l'altro ( amici ed educatrici )
Gestire l'ansia e la timidezza nell'apparire di fronte ad altre figure adulte ( magari mai viste)
Gioco di esibizione ( periodo di egocentrismo)
TEMPI :
Obiettivo generale : 4 mesi ( a Luglio verrà messa in scena)
Obiettivi specifici : 4 mesi
Spazi:
Utilizziamo la palestra di psicomotricità.Data la sua dimensione pemette di avere anche i genitori, in qualità di spettatori,
oltre al palco per la rappresentazione. L'attività di psicomotricità viene spostata in un'ala della struttura nuova, dedicata alle attività motorie mirate.
Strumenti e materiali: costumi, casetta in plastica, scenografia varia (ALBERI, CIELO, SOLE, ERBA ECC..),musica, pedana ( per il palco)
Ogni costume avrà il logo dell'asilo ( e verrà consegnato ad ogni bimbo come ricordo)
Metodologia: Iniziamo facendo ascoltare la canzone dei tre porcellini. La illustriamo graficamente e cominciamo a presentarla ai bimbi
cantandola e mimandola.E' diversa dalla favola. La rappresentiamo in un gioco, inizialmente molto rudimentale. All'interno della sezione allestiamo la stanza con
cuscini, che rappresentano la casa. E cartelloni con disegni che rappresentano il boschetto.
Dopo i primi giorni, emergeranno gli attori e i coristi. Passeremo a quel punto nella stanza della psicomotricità, allestita ad hoc per la
rappresentazione. Si proveranno i costumi. Si procederà negli ultimi ritocchi ai vestiti ed alla scenografia.
Ogni giorno almeno 15 minuti verranno dedicati alle prove.Tutti e quindici i bambini dovranno dividersi lo spazio sul palco.
Ci siamo preventivamente divisi i ruoli. Chi si occupa del coro e chi degli attori e insieme dell'organizzazione.
Al termine della rappresentazione teatrale verranno consegnati delle targhette con il nome e cognome di ogni bimbo e le congratulazioni a nome dell'asilo per la bravura
dimostrata
Modalità collaborative con le altre figure professionali:
Abbiamo avvisato tutte le colleghe delle altre sezioni, perché a turno, in giorni definiti insieme, verranno a vedere la prova . ( cominciando così a lavorare sull'emotività)
Abbiamo chiesto consiglio (oltrechè il materiale in affitto) ad uno scenografo per l'allestimento ottimale della sala.
Ci siamo fatte fare una casetta di plastica con mattoni rossi, camino e balcone da cui potersi affacciare con la testa.
Possiamo contare sul personale di una cooperativa di tipo "b" ( diversamente abili) per i lavori di sartoria e pulizia.
Ci siamo fatti fare un cartellone pubblicitario del musical ( da attaccare vicino all'ingresso principale,qualche giorno prima della rappresentazione)con l'iniziale
del nome di ogni bimbo che esce dal finestrino di un treno con a capo i nomi delle due educatrici.
Ogni genitore riceverà 15 giorni prima della rappresentazione l'invito formale da parte della compagnia teatrale dell'asilo ( sottoscritto dalla direttrice in persona)
I tre porcellini
Sian tre piccoli porcellini
siamo tre fratellini
mai nessun ci dividerà
trallalero la
In un tiepido mattin
PictOld
se ne vanno i porcellin
dimenando al sole il loro codin
spensierati e biricchin
Il più piccolo dei tre
ad un tratto grida:"Aimè!da lontano vedo il lupo arrivar
non facciamoci pigliar!"
marcia indietro fanno allor correndo a gran velocità
mentre il lupo corre ancor
a casa sono già.
Prima chiudono il porton, clik- clak
poi s'affacciano al balcon
or che il lupo non può prenderli più tutti e tre gli fan "cucù"
ah ah ah che bell'affare il lupo non potrà cenar!
Siam tre piccoli porcellini
siamo tre fratellini
mai nessun ci dividerà
trallalero la
Leccà Deborah
MUSICAL " I TRE PORCELLINI "
PictOld
DESTINATARI : GRUPPO DEI DIVEZZI ( 25-36 MESI )
(I bambini presenti nella sezione sono 15 e compione 3 anni entro Aprile '08)
Bisogni:
I bimbi prediligono la storia illustrata dei tre porcellini. E, spesso, giocano tra loro a prendersi, alternandosi i ruoli ( porcellini o lupo)
Decidiamo quindi di progettare un laboratorio teatrale in cui si metta in scena la favola. Sarà riveduta e corretta per permettere
ad ogni bimbo di farne parte. Con ruoli diversi ma di identica importanza. Obiettivo finale, metterla in scena a fine anno
in occasione della festa di commiato( l'anno prossimo andranno tutti alla scuola materna). Saranno presenti tutti i genitori ed
i parenti più significativi per il bambino.
Obiettivo generale:
sviluppo emotivo-affettivo
sviluppo socio cognitivo
sviluppo linguistico
Obiettivi specifici:
Memorizzare la canzone(sia per il coro sia per gli attori), sincronizzare i tempi delle azioni(durante la scena)
Imparare ad ascoltare ed aspettare l'altro ( amici ed educatrici )
Gestire l'ansia e la timidezza nell'apparire di fronte ad altre figure adulte ( magari mai viste)
Gioco di esibizione ( periodo di egocentrismo)
TEMPI :
Obiettivo generale : 4 mesi ( a Luglio verrà messa in scena)
Obiettivi specifici : 4 mesi
Spazi:
Utilizziamo la palestra di psicomotricità.Data la sua dimensione pemette di avere anche i genitori, in qualità di spettatori,
oltre al palco per la rappresentazione. L'attività di psicomotricità viene spostata in un'ala della struttura nuova, dedicata alle attività motorie mirate.
Strumenti e materiali: costumi, casetta in plastica, scenografia varia (ALBERI, CIELO, SOLE, ERBA ECC..),musica, pedana ( per il palco)
Ogni costume avrà il logo dell'asilo ( e verrà consegnato ad ogni bimbo come ricordo)
Metodologia: Iniziamo facendo ascoltare la canzone dei tre porcellini. La illustriamo graficamente e cominciamo a presentarla ai bimbi
cantandola e mimandola.E' diversa dalla favola. La rappresentiamo in un gioco, inizialmente molto rudimentale. All'interno della sezione allestiamo la stanza con
cuscini, che rappresentano la casa. E cartelloni con disegni che rappresentano il boschetto.
Dopo i primi giorni, emergeranno gli attori e i coristi. Passeremo a quel punto nella stanza della psicomotricità, allestita ad hoc per la
rappresentazione. Si proveranno i costumi. Si procederà negli ultimi ritocchi ai vestiti ed alla scenografia.
Ogni giorno almeno 15 minuti verranno dedicati alle prove.Tutti e quindici i bambini dovranno dividersi lo spazio sul palco.
Ci siamo preventivamente divisi i ruoli. Chi si occupa del coro e chi degli attori e insieme dell'organizzazione.
Al termine della rappresentazione teatrale verranno consegnati delle targhette con il nome e cognome di ogni bimbo e le congratulazioni a nome dell'asilo per la bravura
dimostrata
Modalità collaborative con le altre figure professionali:
Abbiamo avvisato tutte le colleghe delle altre sezioni, perché a turno, in giorni definiti insieme, verranno a vedere la prova . ( cominciando così a lavorare sull'emotività)
Abbiamo chiesto consiglio (oltrechè il materiale in affitto) ad uno scenografo per l'allestimento ottimale della sala.
Ci siamo fatte fare una casetta di plastica con mattoni rossi, camino e balcone da cui potersi affacciare con la testa.
Possiamo contare sul personale di una cooperativa di tipo "b" ( diversamente abili) per i lavori di sartoria e pulizia.
Ci siamo fatti fare un cartellone pubblicitario del musical ( da attaccare vicino all'ingresso principale,qualche giorno prima della rappresentazione)con l'iniziale
del nome di ogni bimbo che esce dal finestrino di un treno con a capo i nomi delle due educatrici.
Ogni genitore riceverà 15 giorni prima della rappresentazione l'invito formale da parte della compagnia teatrale dell'asilo ( sottoscritto dalla direttrice in persona)
I tre porcellini
Sian tre piccoli porcellini
siamo tre fratellini
mai nessun ci dividerà
trallalero la
In un tiepido mattin
PictOld
se ne vanno i porcellin
dimenando al sole il loro codin
spensierati e biricchin
Il più piccolo dei tre
ad un tratto grida:"Aimè!da lontano vedo il lupo arrivar
non facciamoci pigliar!"
marcia indietro fanno allor correndo a gran velocità
mentre il lupo corre ancor
a casa sono già.
Prima chiudono il porton, clik- clak
poi s'affacciano al balcon
or che il lupo non può prenderli più tutti e tre gli fan "cucù"
ah ah ah che bell'affare il lupo non potrà cenar!
Siam tre piccoli porcellini
siamo tre fratellini
mai nessun ci dividerà
trallalero la
Leccà Deborah
Un sorriso
Un sorriso non costa niente e produce molto arrichisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo da.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Crea la felicità in casa,
è il segno tangibile dell'amicizia,
un sorriso da riposo a chi è stanco,
rende coraggio ai più scoraggiati,
non può essere comprato, ne prestato, ne rubato,
perchè è qualcosa di valore solo nel momento in cui viene dato.
E se qualche volta incontrate qualcuno
che non sa più sorridere,
siate generoso,dategli il vostro,
perchè nessuno ha mai bisogno di un sorriso
quanto colui che non può regalarne ad altri.
Anonimo
Gli occhi di un bambino
Gli occhi di un bambino
spalancano i nostri
in gioiose domande
Gli occhi di un bambino
ci invitano al gioco,in un mondo dorato
Gli occhi di un bambino
sono viole di campo,mai colte in un prato infinito
Gli occhi di un bambino
ci supplicano di capirli in un linguaggio appena inventato
Gli occhi di un bambino
non conoscono rancoree nemmeno il dolore
Gli occhi di un bambino
si sgranano alle nostre incoerenze
alle nostre indecenze
Gli occhi di un bambino
stampano a fuoco nella mente e nel cuore
ogni orribile orrore- mai dimenticare, mai !
Un sorriso non costa niente e produce molto arrichisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo da.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Crea la felicità in casa,
è il segno tangibile dell'amicizia,
un sorriso da riposo a chi è stanco,
rende coraggio ai più scoraggiati,
non può essere comprato, ne prestato, ne rubato,
perchè è qualcosa di valore solo nel momento in cui viene dato.
E se qualche volta incontrate qualcuno
che non sa più sorridere,
siate generoso,dategli il vostro,
perchè nessuno ha mai bisogno di un sorriso
quanto colui che non può regalarne ad altri.
Anonimo
Gli occhi di un bambino
Gli occhi di un bambino
spalancano i nostri
in gioiose domande
Gli occhi di un bambino
ci invitano al gioco,in un mondo dorato
Gli occhi di un bambino
sono viole di campo,mai colte in un prato infinito
Gli occhi di un bambino
ci supplicano di capirli in un linguaggio appena inventato
Gli occhi di un bambino
non conoscono rancoree nemmeno il dolore
Gli occhi di un bambino
si sgranano alle nostre incoerenze
alle nostre indecenze
Gli occhi di un bambino
stampano a fuoco nella mente e nel cuore
ogni orribile orrore- mai dimenticare, mai !
mercoledì 5 marzo 2008
canzoncine
IN FILA INDIANA
RITORNELLO: da ripetere due volte
IN FILA INDIANA SONO I SETTE NANI
MARCIANO CANTANDO E BATTENDO LE MANI
IN FILA INDIANA SONO I SETTE NANI
MARCIANO BALLANDO E BATTENDO LE MANI
1. DOTTO IL SAGGIO RECITA UNA POESIA bla bla bla
2. BRONTOLO BORBOTTA MA E’ SOLO UNA MANIA Bo bo bo
RITORNELLO
1. PISOLO HA GIA’ SONNO E SBADIGLIA DI GUSTO oooooh, ooooohhhh
2. GONGOLO E’ CONTENTO E SI SENTE UN GRAN FUSTO oh!oh!oh!
RITORNELLO
1. MAMMOLO HA FAME E MANGIA UNA BANANA gnam gnam gnam
2. EOLO STARNUTO E PAR VENTO A TRAMONTANA etciù etciuù
RITORNELLO
1. CUCCIOLO E’ PICCINO NON PARLA MA BEVE glu glu glu glu
2. E ARRIVATI A CASA RITROVAN BIANCANEVE la la la la la
RITORNELLO
COPRO GLI OCCHI
COPRO GLI OCCHI NON VEDO PIU’ IL SOLE
COPRO LA BOCCA NON ESCON PAROLE
STRINGO IL NASO NON SENTO GLI ODORI
COPRO LE ORECCHIE NON SENTO I RUMORI
LEGO LE MANI NON TOCCO PIU’ NIENTE
MA IL CUORE BATTE CONTINUAMENTE
UN PALLONCINO BLU
RITORNELLO
Un palloncino blu blu blu blu
Nel cielo se ne va su su su
E canticchiando fa trallero lero là
E canticchiando fa lallero lero là
Incontra una farfalla, le dice: “ BUONASERA”
Incontra una cornacchia “ mamma mia che nera”
Incontra un aquilone che non sa volare
Attaccati al mio filo se a casa vuoi tornare
Attaccati al mio filo se a casa vuoi tornare
Un palloncino blu blu blu
Nel mare se ne va giù giù giù
E canticchiando fa lallero lero là
E canticchiando fa lallero lero là
Incontra un vecchio tonno, gli dice “ BUONASERA”
Incontra una balena “ mamma mia che nera ”
Incontra un pesciolino che non sa nuotar
Attaccati al mio filo se a casa vuoi tornar…
Attaccati al mio filo se a casa vuoi tornar….
WHISKY IL RAGNETTO
WHISKY IL RAGNETTO SALE LA GRONDAI
SALE LA GRONDAIA SALE SALE SU SU SU
SCENDE LA PIOGGIA BAGNA LA GRONDAIA
WHISKY IL RAGNETTO VELOCE SCENDE GIU’ GIU’ GIU’
POI SPUNTA IL SOLE ASCIUGA LA GRONDAIA
ASCIUGA LA GRONDAIA WHISKY IL RAGNETTO VELOCE SALE SU’ SU’ SU’ SU’ SU’ SU’
E NON SI VE PIUUUUUUUUUU’
RITORNELLO: da ripetere due volte
IN FILA INDIANA SONO I SETTE NANI
MARCIANO CANTANDO E BATTENDO LE MANI
IN FILA INDIANA SONO I SETTE NANI
MARCIANO BALLANDO E BATTENDO LE MANI
1. DOTTO IL SAGGIO RECITA UNA POESIA bla bla bla
2. BRONTOLO BORBOTTA MA E’ SOLO UNA MANIA Bo bo bo
RITORNELLO
1. PISOLO HA GIA’ SONNO E SBADIGLIA DI GUSTO oooooh, ooooohhhh
2. GONGOLO E’ CONTENTO E SI SENTE UN GRAN FUSTO oh!oh!oh!
RITORNELLO
1. MAMMOLO HA FAME E MANGIA UNA BANANA gnam gnam gnam
2. EOLO STARNUTO E PAR VENTO A TRAMONTANA etciù etciuù
RITORNELLO
1. CUCCIOLO E’ PICCINO NON PARLA MA BEVE glu glu glu glu
2. E ARRIVATI A CASA RITROVAN BIANCANEVE la la la la la
RITORNELLO
COPRO GLI OCCHI
COPRO GLI OCCHI NON VEDO PIU’ IL SOLE
COPRO LA BOCCA NON ESCON PAROLE
STRINGO IL NASO NON SENTO GLI ODORI
COPRO LE ORECCHIE NON SENTO I RUMORI
LEGO LE MANI NON TOCCO PIU’ NIENTE
MA IL CUORE BATTE CONTINUAMENTE
UN PALLONCINO BLU
RITORNELLO
Un palloncino blu blu blu blu
Nel cielo se ne va su su su
E canticchiando fa trallero lero là
E canticchiando fa lallero lero là
Incontra una farfalla, le dice: “ BUONASERA”
Incontra una cornacchia “ mamma mia che nera”
Incontra un aquilone che non sa volare
Attaccati al mio filo se a casa vuoi tornare
Attaccati al mio filo se a casa vuoi tornare
Un palloncino blu blu blu
Nel mare se ne va giù giù giù
E canticchiando fa lallero lero là
E canticchiando fa lallero lero là
Incontra un vecchio tonno, gli dice “ BUONASERA”
Incontra una balena “ mamma mia che nera ”
Incontra un pesciolino che non sa nuotar
Attaccati al mio filo se a casa vuoi tornar…
Attaccati al mio filo se a casa vuoi tornar….
WHISKY IL RAGNETTO
WHISKY IL RAGNETTO SALE LA GRONDAI
SALE LA GRONDAIA SALE SALE SU SU SU
SCENDE LA PIOGGIA BAGNA LA GRONDAIA
WHISKY IL RAGNETTO VELOCE SCENDE GIU’ GIU’ GIU’
POI SPUNTA IL SOLE ASCIUGA LA GRONDAIA
ASCIUGA LA GRONDAIA WHISKY IL RAGNETTO VELOCE SALE SU’ SU’ SU’ SU’ SU’ SU’
E NON SI VE PIUUUUUUUUUU’
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